REAZIONI AI FARMACI: OLTRE 200

Oltre 200 reazioni avvverse ai farmaci in un anno. I più a rischio fans e anticoagulanti.

Nel 2012 le reazioni avverse da farmaci registrate dall’Azienda Ospedaliera Carlo Poma sono state 235, 100 delle quali ritenute gravi: 83 pazienti sono stati ospedalizzati, 11 sono risultati in pericolo di vita, 6 hanno riportato patologie clinicamente rilevanti.

In 155 casi si sono riscontrati dubbi sull’evitabilità della reazione avversa, in 19 casi la reazione non era evitabile e in 51 era certamente evitabile. Gli esiti: per 50 soggetti il problema è stato completamente risolto, 164 pazienti sono nettamente migliorati, per 15 l’intervento del Pronto Soccorso non è stato risolutivo. Sono alcuni dei dati emersi da un monitoraggio epidemiologico, progetto attivato da Regione Lombardia dal 2006 e che coinvolge 16 aziende ospedaliere lombarde oltre ai centri di altre regioni italiane (Abruzzo, Campania e Toscana) per analizzare e tenere sotto controllo le reazioni avverse. Un farmacista dedicato raccoglie i dati a livello aziendale nelle strutture di Pronto Soccorso di Mantova, Pieve di Coriano e Asola. Il progetto prevede la collaborazione dell Struttura di Farmacia, diretta da Angela Saccardi, e del Dipartimento di Emergenza-Urgenza, diretto da Mario Luppi. La reazione avversa da farmaco è una risposta inaspettata e patologica dell’organismo di fronte alla somministrazione di un determinato farmaco. Questa risposta può avere varie sfumature di gravità: si va dalle reazioni cutanee fino a patologie più impegnative, come i difetti dell’apparato immunitario (anemia, piastrinopenia) o allo shock anafilattico, che nella sua variante più grave può portare in pochi minuti alla morte del paziente non adeguatamente trattato. I farmaci più coinvolti in queste situazioni sono innanzitutto i fans (farmaci antinfiammatori non steroidei), in secondo luogo gli anticoagulanti, i farmaci antiaritmici, gli antibiotici. In genere la pericolosità è insita in un minimo scarto tra la dose terapeutica e la dose in grado manifestare reazioni avverse (tecnicamente si parla di ‘stretto range terapeutico’). Come si risvolvono questi casi? Il Pronto Soccorso – spiega il direttore del Dipartimento di Emergenza-Urgenza Mario Luppi - gestisce l’urgenza terapeutica e diagnostica e, nel caso in cui venga individuata un’allergia o un’intolleranza, entra in gioco la struttura di Allergologia. Esistono infatti protocolli condivisi tra le due strutture relativamente a particolari tipi di allergie o sensibilità individuali. L’approccio farmacologico consiste nel somministrare antistaminici per i casi lievi (anti-H1 e anti-H2), farmaci steroidei (cortisone) e, in caso di shock anafilattico, l’adrenalina”. Su 235 casi rilevati, il rapporto è stato di 136 donne e 99 uomini. Questo dato indica un maggior consumo di farmaci da parte della popolazione femminile. I pazienti pediatrici (da 0 a 17 anni) sono stati 13, gli adulti fino ai 65 anni in su 141 e gli anziani 81. Discretamente rappresentata anche la fascia sopra i 65 anni, un terzo dei casi, dovuto anche alle difficoltà note degli anziani nell’assunzione dei farmaci (dimenticanze etc.). Una reazione avversa è ritenuta grave quando causa: decesso, ospedalizzazione o prolungamento del ricovero ospedaliero, invalidità grave o permanente, pericolo di vita, anomalie congenite o deficit nel neonato. I colori di triage assegnati dalle strutture di Pronto Soccorso dei tre presidi sono stati: 135 verdi, 78 gialli, 8 rossi e 8 bianchi. “Per evitare questi episodi – precisa Luppi – è necessario che i farmaci siano sempre prescritti da un medico, consapevole degli effetti terapeutici e collaterali. Va evitata l’automedicazione relativamente a patologie di rilievo. Anche il paziente deve conoscere le proprie caratteristiche cliniche. Se è allergico o soffre di qualche intolleranza deve verificare la compatibilità della sua situazione con la prescrizione del medico. Nel dubbio di una reazione avversa, occorre recarsi in ospedale o rivolgersi al 118”.

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