ANCORA LICENZIAMENTI NEL 2013

La crisi occupazionale non accenna a rallentare. A dirlo la CGIL di Mantova.

1262 nuovi licenziamenti a Mantova e provincia dal 1 gennaio 2013: questi i dati diffusi dalla CGIL Mantova per fotografare, come a cinque anni dall'inizio della crisi le conseguenze occupazionali siano ancora pesanti con licenziamenti in discesa, ma ancora su livelli molto alti.

Il confronto con lo stesso periodo degli ultimi anni: 1273 licenziamenti nel 2010, che diventano 1208 nel 2011, salgono a 1505 nel 2012, per diventare 1262 quest'anno, dato parziale perchè non sono ancora dipsonibili i numeri dei licenziamenti del mese di giugno delle imprese con meno di 15 addetti. 2.893.634 le ore di cassaintegrazione autorizzate nel primo semestre nel mantovano. In crescita la richiesta di ore nell’edilizia, mentre si registra un calo negli altri comparti. Il dato segna complessivamente una flessione del 30,66% sullo stesso periodo del 2012, una riduzione dovuta in gran parte alla contenuta autorizzazione delle domande di cassa integrazione in deroga a causa dei ritardi delle coperture economiche da parte del Governo. Cresce la cassa integrazione ordinaria, che rappresenta un marcatore della crisi significativo a conferma che il calo d’ordini e delle commesse coinvolge anche le imprese che in questi anni si sono riorganizzate e ristrutturate, oltre al generale calo della produzione industriale e dello sfruttamento degli impianti manifatturieri. Questa l'analisi per settori: industria -28,77% edilizia +40,45% artigianato -44,60% commercio -46,33%. Mentre analizzando le tipologie, sale la cassa integrazione ordinaria +5,47% Scende quella straordinaria -34,30% e quella in deroga -52,79% Infine un dato INPS che certifica il livello drammatico che ha generato la crisi sulle condizioni sociali e occupazionali nel nostro territorio: nei primi tre mesi del 2013 ci sono stati 5307 mantovani che hanno presentato domanda di disoccupazione o mobilità. I dati del primo semestre 2013, confermano lo stato di consolidamento della crisi strutturale del nostro territorio. Tutti gli indicatori economici della nostra provincia sono negativi con la sola eccezione dell’andamento delle esportazioni, elemento positivo per quelle imprese strutturate per affrontare l’internazionalizzazione dei mercati. Da qui una richiesta della CGIL al Governo: intervenire subito, con provvedimenti mirati di sostegno alla ripresa dei consumi interni e alle imprese che investono e creano occupazione, questa è l’unica ricetta economica per dare una prospettiva al Paese, al lavoro e ai giovani. “Non possiamo rassegnarci alla decrescita dell’economia del nostro territorio, alla cancellazione delle imprese e all’aumento della disoccupazione, dobbiamo prepararci per sfruttare la ripresa, per questa ragione - dice il segretario generale della CGIL  Massimo Marchini - La CGIL ha presentato un “Piano del lavoro” per difendere l’occupazione e favorire lo sviluppo, indicando sette priorità da porre all’attenzione del tavolo di confronto coordinato dalla Provincia”. Diventa quindi fondamentale rilanciare il contratto di solidarietà per limitare i licenziamenti, investire in formazione per accrescere le professionalità e i saperi.

 

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