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SEVERGNINI AL FESTIVAL
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- Pubblicato Domenica, 08 Settembre 2013 11:21
Beppe Severgnini ha parlato di "Se l'Italia più giovane non si rassegna". GUARDA IL VIDEO.
Un mediano mediocre che usava il congiuntivo in campo. Così, con una descrizione calcistica Beppe Severgnini si presenta (come se ce ne fosse il bisogno) al pubblico mantovano.
Al suo fianco, il cantautore e musicista, Ivano Fossati, artista preferito del giornalista di Crema. In una pienissima Piazza Castello i due si raccontano, e raccontano come vedono l'Italia di oggi e soprattutto vogliono dire la loro su come i giovani debbano relazionarsi con un presente difficile e un domani ancora più incerto. Argomento trattato nel suo ultimo libro da Severgnini, Italiani di domani. "Siate brutali. Brutali nel riconoscere il vostro talento e i vostri limiti. Soprattutto sappiate riconoscere quando la passione vi offusca la vista e vi fa credere di avere talento". Questo il consiglio di Severgnini, che come precisa sapere riconoscere con occhio oggettivo le proprie capacità ci rende più facile il compito di avere fortuna e successo, in un mondo dove non basta più saper fare qualcosa, ma bisogna saperla fare benissimo. Severgnini definisce la generazione dei ventenni di oggi come chi ha messo la barca in acqua nella tempesta. E Fossati non può che dargli ragione. Il discorso infatti passa velocemente a uno dei temi più tristi che la crisi economica si è portata dietro: la fuga di cervelli. "Stiamo perdendo qualcosa, una delle parti migliori d'Italia", rincara il musicista. L'incontro, dopo più di un'ora, finisce con una breve lettura di un brano del libro Italiani di domani, tratto dal capitolo Terra. "Quando vedrete nei telegiornali le solite facce fameliche dovete pensare che no, non potete accettare che la nazione sia questa. L'Italia è un palcoscenico in attesa di una rappresentazione degna. Quando inizierà - dipende anche da voi - sappiamo a chi affidare la colonna sonora. E' il futuro che viene: vedrete, avrà fiato." Un futuro fatto per i giovani che non si rassegnano. (Francesca Briga)
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