PANARELLI: 1° PRESIDENTE CIA EST
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- Pubblicato Lunedì, 19 Gennaio 2015 19:03
CIA Est Lombardia Mn -Cr - Bs: Luigi Panarelli è il primo presidente.
Con la nomina di Luigi Panarelli a presidente nasce ufficialmente la nuova realtà di Cia Est Lombardia, il sodalizio che raggruppa le preesistenti realtà territoriali di Mantova, Brescia e Cremona
in un'unica aggregazione che unisce oltre 10mila persone a libro soci e ben 3mila aziende. La candidatura dell’ex-presidente di Cia Mantova è stata confermata per acclamazione nella giornata di domenica presso il polo fieristico di Montichiari in provincia di Brescia, alla presenza del presidente nazionale di Cia Dino Scanavino e del presidente di Cia Lombardia Giovanni Daghetta oltre che dei presidenti di Cia Brescia e Cremona Aldo Cipriano e Roberto Ferrari. “Si tratta di un giorno storico che suggella una scelta fatta con pragmatismo e responsabilità per dare più futuro alle nostre aziende e alle nostre famiglie – ha dichiarato Panarelli subito dopo la nomina – Voglio subito rassicurare chi teme che l’allargamento territoriale indebolisca la politica sindacale; se sul territorio ci sono soci e funzionari che si impegnano nessuna distanza diventa una barriera. Un impegno che è anche una responsabilità, ovvero quella di farci ascoltare in un territorio che rappresenta il primo sistema agroalimentare italiano.” Panarelli ha ricordato le problematiche che ora attendono la nuova aggregazione, dalla crisi della zootecnia al prezzo del latte, passando per il mercato delle carni, i nitrati e il prezzo del formaggio, senza dimenticare la burocrazia e la pressione fiscale: “Da un lato occorrono riforme strutturali – ha spiegato – che sono necessarie per un sistema agricolo e agroalimentare incapace di dare stabilità alle aziende e dall’altro occorre un’applicazione della Pac che miri alla competitività delle imprese.” Per fare questo, ha concluso Panarelli, occorre muoversi da subito, e non da settembre, augurandosi anche che la vetrina di Expo sia produttiva per il nostro territorio, anche se “faremo in modo che gli interessi delle multinazionali non vadano ad appropriarsi dell’immagine pulita e vitale dell’agricoltura per i loro interessi”.