GIOVANNI PAOLO II PERCHE' SANTO?

Giovanni Paolo II perchè santo? Ecco il motivo e la biografia.

"L'amore non è una cosa che si può insegnare, ma è la cosa più importante da imparare". Giovanni Paolo II era un “uomo di preghiera”. Il centro della sua vita era costituito dall’Eucaristia. La vita interiore era caratterizzata da un totale abbandono al materno aiuto della Beata Vergine Maria come si vide dopo il tragico attentato del 1981 o durante la dura prova dell’avanzamento della malattia.

Ringraziava sempre e attribuiva a Dio i meriti di ogni dono ricevuto. L’infanzia non facile, segnata da tre lutti, e l’entrata in seminario proprio nel periodo in cui la guerra ne aveva imposto la chiusura, corroborarono il suo coraggio. Come Arcivescovo di Cracovia mai esitò davanti ai numerosi ostacoli posti dal regime comunista polacco al diritto di professare la propria fede. Con fortezza seppe intervenire a favore dei diritti delle persone, senza sommuovere tuttavia l’ordine pubblico. Il primo motto “Non abbiate paura! Aprite, anzi spalancate le porte a Cristo!” pronunciato durante la celebrazione di apertura del ministero segnò il programma del suo lungo Pontificato, rimanendo vivo nei cuori dei fedeli anche dopo la sua morte. Il 13 maggio 1981, giorno dell’attentato, ebbe dal Signore la grazia di poter versare il proprio sangue in nome della fede, come egli stesso disse in riferimento all’accaduto. Nelle numerose sofferenze morali e durante la malattia fisica Egli giunse ad annunziare il prezioso valore salvifico della sofferenza umana unita al mistero della Croce di Cristo. Ha sostenuto l’anelito alla libertà dei popoli oppressi da vari regimi e totalitarismi, affermando la dignità inviolabile di ogni essere umano. Ha promosso e rinvigorito il dialogo ecumenico, cercando l’unità e la pace nella viva speranza di una futura piena comunione coi fratelli separati. Un segno straordinario della sua speranza fu la fiducia che ripose nei giovani, speranza della Chiesa del domani. Diede da mangiare e da vestire ai bisognosi, si prese cura dei senza tetto, condivise il dolore dei sofferenti, destinò loro denaro di sua proprietà, visitò ammalati e prigionieri. Nondimeno, istruì, consigliò, consolò gli smarriti di cuore, offrì il proprio perdono all’attentatore e a quanti l’avevano offeso, sopportò con pazienza le persone a lui ostili. Verso la fine degli anni ’90, apparvero i primi sintomi del “morbo di Parkinson”, che piano piano lo ridusse ad esercitare il suo ministero da “una sedia a rotelle”. Tutti hanno vissuto con particolare partecipazione e ammirazione la forza con cui seppe affrontare, specie negli ultimi anni, gli impegni pastorali in quelle difficili condizioni. LA BIOGRAFIA: Karol Józef Wojtyła nacque a Wadowice (Polonia), il 18 maggio 1920. Secondogenito rimase orfano di madre a 9 anni. Suo fratello maggiore Edmund, medico, morì nel 1932 e suo padre, sottufficiale dell’esercito, nel 1941. Frequentava da un anno l’Università Jagellónica di Cracovia quando nel 1939 fu chiusa dalle forze di occupazione naziste e il giovane Karol lavorò in una cava e poi in una fabbrica chimica per potersi guadagnare da vivere ed evitare la deportazione in Germania. Frequentò i corsi di formazione del seminario maggiore clandestino di Cracovia e, dopo la guerra, fu ordinato sacerdote il 1 novembre 1946. Inviato a Roma conseguì un dottorato in teologia con una tesi sul tema della fede nelle opere di San Giovanni della Croce. Nel 1948 ritornò in Polonia ebbe incarichi in alcune parrocchie e divenne cappellano degli universitari fino al 1951, quando riprese i suoi studi filosofici e teologici. Il 4 luglio 1958, il Papa Pio XII lo nominò Vescovo Ausiliare di Cracovia. Ricevette l’ordinazione episcopale il 28 settembre 1958. Il 13 gennaio 1964 fu nominato Arcivescovo di Cracovia da Paolo VI, che lo creò Cardinale il 26 giugno 1967. Partecipò al Concilio Vaticano II (1962-65) dando un contributo importante all’elaborazione della costituzione Gaudium et spes. Prese parte alle 5 assemblee del Sinodo dei Vescovi anteriori al suo Pontificato. Venne eletto Papa il 16 ottobre 1978 ed il 22 ottobre ebbe inizio il Suo ministero di Pastore Universale della Chiesa. Ha compiuto 146 visite pastorali in Italia e, come Vescovo di Roma, ha visitato 317 delle attuali 332 parrocchie romane. I viaggi apostolici nel mondo sono stati 104. Tra i suoi documenti principali si annoverano 14 Encicliche, 15 Esortazioni apostoliche, 11 Costituzioni apostoliche e 45 Lettere apostoliche. Da Papa ha scritto 5 libri. Ha celebrato 147 riti di beatificazione - nei quali ha proclamato 1338 beati - e 51 canonizzazioni, per un totale di 482 santi. Il 13 maggio 1981 in piazza San Pietro ha subito un grave attentato. Dopo una lunga degenza, ha perdonato il suo attentatore e, consapevole di aver ricevuto una nuova vita, ha intensificato i suoi impegni pastorali con eroica generosità . La sua sollecitudine di pastore trovò la sua espressione, inoltre, nell’erezione di numerose diocesi e circoscrizioni ecclesiastiche, nella promulgazione dei Codici di diritto canonico latino e delle chiese orientali, nella promulgazione del Catechismo della Chiesa Cattolica. Indisse l’Anno della Redenzione, l’Anno Mariano e l’Anno dell’Eucaristia nonché il Grande Giubileo del 2000. Avvicinò le nuove generazioni indicendo la celebrazione della Giornata Mondiale della Gioventù. E’ morto a Roma, nel Palazzo Apostolico Vaticano, sabato 2 aprile 2005 alle ore 21.37, nella vigilia della Domenica in Albis e della Divina Misericordia, da lui istituita. L’8 aprile è stato sepolto nelle Grotte Vaticane, subito dopo i solenni funerali celebrati in Piazza San Pietro. (fonte sito internet 2papisanti.org)


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