CICLAMINI: QUESTIONE SENZA FINE

Quistello: casa di riposo "I Ciclamini": non c'è accordo. Ecco alcune precisazioni del comune.

Indignati e rattristati. Non servono altre parole per commentare la decisione della società I CICLAMINI srl, concessionaria per la costruzione e gestione della casa di riposo comunale, di rifiutare le prestazioni

dei dipendenti comunali in distacco presso la struttura, come previsto dalla convenzione fra pubblico e privato. E’ molto grave che la società, inadempiente rispetto agli obblighi convenzionali, si permetta di porre condizioni ad un soggetto pubblico, fino al punto di rifiutare le prestazioni del personale, ritenendo di fatto sciolta la Convenzione. Se dopo l’incontro in Prefettura sembrava esserci uno spiraglio per un tavolo di confronto per verificare insieme come gestire la situazione, nelle ore successive l’ipotesi è tramontata. Preso atto delle differenti visioni su tutta la vicenda, una proposta di buon senso – precisa il Sindaco, Luca Malavasi – sembrava essere quella di darsi un breve lasso di tempo, una decina di giorni, per verificare la possibilità di un accordo in extremis o individuare congiuntamente i tempi per lo risoluzione della convenzione, con nel frattempo il personale comunale in servizio. La società ha giocato invece al rialzo, chiedendo al Comune di Quistello di assumersi precisi impegni – trasferimento del personale, liberalizzazione delle rette, termine dei lavori entro due anni – al fine di far rientrare in servizio il personale. Richieste inaccettabili, ha chiuso il Sindaco. La società, oltre che essere inadempiente su tutti i fronti, pone condizioni ed utilizza “il rientro del personale” come fattore di scambio per trovare un accordo. L’Amministrazione precisa – a rettifica di quanto pubblicato sulla Gazzetta on line – che ha sempre anticipato gli stipendi ai dipendenti in distacco, ma non è stata mai rimborsata dalla concessionaria. Dopo la pronuncia del Tribunale di Mantova circa la richiesta di opposizione de I Ciclamini srl di opposizione al decreto ingiuntivo del Comune, ora il decreto è diventato pienamente esecutivo ed i Ciclamini devono versare all’ente pubblico i primi 255.000 euro.

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