SCIOPERO E PRESIDIO ALLA FACCHINI

Sciopero e presidio domani mattina alla lavanderia Facchini di San Benedetto Po.

E' stato indetto per domani, 29 aprile uno sciopero e presidio organizzato da Filctem Cgil e Femca Cisl per i lavoratori della Lavanderia Facchini di San Benedetto Po. La Lavanderia Facchini, azienda storica nella zona

di S.Benedetto Po (aperta nel 1969 da Augusto Facchini in un piccolo capannone in centro storico a S.Benedetto Po), a causa di una importante perdita di fatturato negli ultimi anni, imputabile alla difficoltà di recupero di quote di mercato nel settore delle lavanderie industriali, causata da una forte contrazione del mercato, una riduzione dei prezzi di vendita ed un aumento della aggressività da parte della concorrenza, è stata costretta nel 2011 ad aprire una procedura di cassa integrazione straordinaria per tutto il personale dei reparti produttivi (22-24 persone, prevalentemente donne), dichiarandone la possibile chiusura. Nei due anni di cassa integrazione straordinaria si è verificato un cambio di proprietà (la famiglia Ceriani  cede l’azienda a un gruppo di Vicenza che opera nel settore turismo/alberghiero) e si sperimenta un processo di esternalizzazione di tutti i  reparti produttivi (lavaggio, stiro, confezionamento) tramite appalto di servizi che vede l’ingresso di una cooperativa bergamasca, nonostante le forti sollecitazioni del sindacato a creare una sinergia con il mondo coopertivo del territorio; tale operazione viene presentata dalla Direzione aziendale uno strumento utile a raggiungere costi certi e flessibilità produttiva. Nell’arco di 3 anni il personale dei reparti produttivi passa dalle 16 unità alle attuali 45; si tratta in prevalenza di donne con una età media di 30 anni ed il 60% del personale femminile è di origine indiana. Ad oggi, la direzione aziendale ha dichiarato un forte aumento di fatturato, un miglioramento della produttività del personale pari al  20%  e , insieme, una difficoltà a ripianare il deficit derivante dalla precedente gestione. A questa situazione paradossale dove il lavoro produce ricchezza, ma la situazione finanziaria della Lavanderia rimane l’elemento di incertezza, la Direzione aziendale ha sempre risposto chiedendo flessibilità selvaggia negli orari di lavoro (turni di lavoro fino a 16 ore durante il periodo estivo o la richiesta di lavorare consecutivamente per più di 7 gg), mancati riconoscimenti di semplici emolumenti come la maggiorazione dello straordinario o della festività lavorata e la richiesta di applicare un contratto nazionale UNCI non siglato da CGIL/CISL/UIL che riconosce una paga oraria ben al di sotto di quanto fissato dal contratto trasporto/logistica firmato unitariamente da CGIL/CISL /UIL (€ 5,50 /ora contratto Unci contro € 7,00 contratto CGIL CISL UIL settore logistica). Nel corso di questi 3 anni si sono susseguite 4 cooperative, che, con modalità diverse, hanno cercato di negare diritti alle lavoratrici: cooperative che nel proprio statuto prevedono di non pagare una copertura contributiva ai fini Inps tale da avere riconosciuto l’indennità di disoccupazione o di non riconoscere economicamente i primi 3 giorni di malattia. Filctem CGIL e Femca hanno quindi dichiarato un giorno di sciopero per domani per aprire un confronto sia con la Direzione Aziendale che con le istituzioni, al fine di salvaguardare e mantenere sul territorio di S.Benedetto Po la lavanderia industriale, ricordando che l’anno scorso ha offerto la possibilità di una occupazione a personale femminile proveniente da chiusure aziendali e nello stesso tempo cercare modalità rispettose dei diritti dei lavoratori, a partire dal riconoscimento di un adeguato salario. Il trasferimento del sito produttivo ad altra provincia, spauracchio paventato dalla proprietà nell’ultimo incontro con i sindacati, per evitare l’applicazione del contratto nazionale di lavoro di CGIL CISL e UIL, non farebbe altro che produrre ulteriormente un impoverimento sia dei lavoratori che del tessuto industriale italiano, oltre ad una condizione di irregolarità normativa.

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