CERESARA: INAUGURATO IMPIANTO

Inaugurato l’impianto per la valorizzazione dei rifiuti indifferenziati a Ceresara.

Taglio del nastro questa mattina per il nuovo impianto di Ceserara. Il nuovo impianto di Villa Cappella valorizza a fini energetici la frazione indifferenziata dei rifiuti, una componente quantitativamente limitata grazie all’efficacia della raccolta differenziata diffusa con modalità “domiciliare” in buona parte del territorio mantovano.

Dalla lavorazione della matrice secca si ottengono nuove risorse: il CSS, un combustibile di qualità impiegabile al posto di fonti fossili, e la frazione organica stabilizzata, FOS, utilizzabile per ripristini ambientali, riducendo il quantitativo di rifiuti destinati in discarica. Totalmente rinnovato, Villa Cappella è ora una fabbrica verde al servizio del territorio. In dodici mesi ecco l’impianto di Villa Cappella - presentato oggi ai Sindaci e alle aziende del territorio dal presidente di Tea, Luigi Gualerzi e dal presidente di Mantova Ambiente, Alberto Colombari. Fin dalla progettazione si sono privilegiati: 1. massimo rispetto ambientale per il territorio ospitante al fine di garantire, sia nella realizzazione che nella gestione, la tutela dell’area occupata e di quella circostante; 2. miglioramento dell’ambiente di lavoro per tutto il personale addetto; 3. contenimento dei consumi energetici; 4. produzione di combustibili in grado di anticipare le indicazioni normative della Comunità europea, oggi in via di recepimento anche nel nostro Paese. Dal nuovo impianto di Ceresara, quindi, uscirà principalmente un prodotto e non più un rifiuto, che potrà avere una completa libertà di impiego energetico, allargando la possibilità di smaltimento a costi molti contenuti presso impianti italiani ed esteri utilizzatori di tale combustibile alternativo (CSS). L’altra frazione in uscita dall’impianto è rappresentata dalla frazione umida igienizzata e stabilizzata aerobicamente (FOS), da utilizzare per recuperi ambientali di discariche. Queste le caratteristiche del nuovo impianto: Il trattamento è essenzialmente sdoppiato in due linee con diverso destino di lavorazione: il secco e l’umido. Dopo una prima grossolana triturazione, il rifiuto viene deferrizzato e vagliato per generare i due distinti flussi. Il secco prosegue verso un processo di separazione aeraulica che separa i materiali a seconda del loro peso specifico. Vengono estratti i materiali non ferrosi e il secco così selezionato passa a un’ulteriore raffinazione in base alla pezzatura desiderata dagli utilizzatori finali. Lo stoccaggio del prodotto combustibile così ottenuto avviene in silos orizzontali ventilati, al fine di conservarne le caratteristiche chimico-fisiche, in attesa dell’impiego. Il materiale umido, dopo un’ulteriore deferrizzazione, trascorre due settimane nelle biocelle in atmosfera controllata, prima di essere utilizzato per il recupero ambientale di discariche. A Villa Cappella possono essere trattate sino a 110.000 ton di residuo secco all’anno. L’impianto è completamente chiuso e tenuto in depressione da un sistema di aspirazione che convoglia l’aria a un trattamento di depolverazione e successiva biofiltrazione tramite filtro a corteccia. Tutti gli apparecchi elettrici sono a basso consumo energetico e alimentati in maniera elettronicamente controllata, in dipendenza dell’energia istantaneamente richiesta. Il calore proveniente dal raffreddamento delle macchine di processo, viene impiegato per il mantenimento della frazione combustibile. L’impianto è dotato di quattro linee specifiche di trattamento delle acque: meteoriche dai tetti, di dilavamento dei piazzali, percolati da processo, reflue da servizi al personale. Le acque meteoriche che cadono sui tetti, e quindi non contaminate, vengono scaricate direttamente nel prospiciente canale Osone; quelle di dilavamento piazzali, invece potenzialmente contaminate, vengono separate e convogliate in vasche di “prima pioggia” e “seconda pioggia”, per seguire le verifiche e i trattamenti previsti. Il percolato viene inviato ai serbatoi di stoccaggio e successivamente caricato su autobotti e inviato a specifici impianti per il trattamento finale. Infine, le acque reflue degli spogliatoi, in tutto assimilabili a quelle domestiche, vengono smaltite in loco tramite un metodo naturale e sicuro: la “subirrigazione”.

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